Con l’arrivo del caldo estivo la percezione del nostro stato di salute e benessere cambia. L’aumento della temperatura dell’aria e del corpo, la sudorazione, l’affaticamento e la riduzione delle energie finiscono con l’influenzare e modificare la nostra capacità di percezione. Questo di per sé non ha nulla a che vedere con il panico, tuttavia nel caso di soggetti ansiosi potrebbe diventare lo stimolo a cui associare la perdita di controllo causata dagli attacchi.
In estate aumentano gli stati d’ansia proprio perché fisicamente subiamo un “rallentamento” necessario al mantenimento del nostro equilibrio interno. Se siamo soliti associare alla nostra reattività fisica e mentale l’unico indicatore del nostro benessere e della nostra serenità emotiva, il cambiamento della stessa genera in automatico un allarme che ci mette in guardia dalla minaccia alla nostra incolumità. Il rallentamento a cui siamo soliti andare incontro in estate porta con sé anche altri motivi che diventano fattori scatenanti gli attacchi di panico: la gestione dei figli che non vanno a scuola, il rapporto di coppia, il lavoro, le relazioni sociali e la possibilità di avere più tempo per riflettere e stare a contatto con emozioni che in altri periodi dell’anno è più facile evitare.
Non è possibile affrontare gli attacchi di panico prendendo in considerazione esclusivamente il malessere fisico ma è necessario aiutare la persona a tradurre i sintomi esternalizzati in vissuti emotivi. Negli attacchi di panico, le emozioni e i vissuti interni di vulnerabilità, solitudine, inadeguatezza e quant’altro non sono riconoscibili. La persona punta la sua massima attenzione sul malessere fisico e ciò causa la perdita di controllo. Il trattamento dell’ansia e del panico deve essere sempre svolto in psicoterapia, unico atto di cura che permette la completa remissione dei sintomi fisici e la possibilità di comprenderne l’origine.