Siamo abituati a sentir parlare di cura in ambito sanitario, riferendoci spesso al concetto di riabilitazione o miglioramento di uno stato fisico. In psicoterapia, la cura è un processo dinamico al pari di qualsiasi tipologia di guarigione. Al centro di questo movimento c’è la sofferenza che origina sempre da un sistema cognitivo ed emotivo affaticato. Le sedute, quindi, diventano la medicina che non viene somministrata ma vissuta assieme al terapeuta. Come in ogni processo di guarigione, la cura ha bisogno di tempo e costanza per fare effetto. I pazienti che ricorrono alla psicoterapia vengono accolti nella fragilità e nel rispetto della sofferenza, tutelati dal segreto professionale nel proprio diritto di privacy.
Lo spazio di cura è l’ambiente che si fa morbido affinché le persone si alleggeriscano e comincino ad intravedere scenari più sereni. Il terapeuta guida le persone in questo nuovo percorso, consapevole della strada che dovranno percorrere. Diventa il sostegno e colui/lei che facilita la comprensione di stati emotivi e vissuti. La delicatezza è un altro aspetto chiave della cura, a maggior ragione se i protagonisti sono i minori e le loro famiglie. Lo spazio, in questi casi, si raccoglie attorno ai bisogni emotivi dei più piccoli e spinge i genitori a riprendere un ruolo attento e il più possibile unito sul progetto educativo destinato ai figli. È in questi momenti che la psicoterapia si configura come strumento migliorativo.
Anche lo studio di psicologia e psicoterapia “Indaco Lo Spazio Che Cura” accompagna le persone verso una lettura più consapevole della propria salute mentale e lo fa attraverso la tutela della persona e la delicatezza nel rispetto della sofferenza. È necessario creare un clima di fiducia che motivi la persona ad aprirsi sentendosi al sicuro ed evitare sempre il giudizio. Cosa andrebbe o non andrebbe fatto, il giusto o lo sbagliato sono etichette che in terapia vengono smontate e lasciate fuori. La narrazione dei propri vissuti, in questo modo, si arricchisce e lascia spazio alla condivisione. Negli interventi con le famiglie la condivisione è sempre un punto di arrivo importante. Il grande sforzo dei genitori diventa quello di comunicare in una modalità più emotiva e meno cognitiva: “Dovresti essere…dovresti fare” lascia spazio a “Mi dispiace quando ti vedo triste” “Mi sento vulnerabile quando ti allontani”. Curare la salute mentale è necessario e farlo bene è un atto di grande responsabilità nei confronti di se stessi, allo stesso tempo è fondamentale farlo con i bambini quando ne hanno bisogno perché un adulto equilibrato è stato sempre un bambino ascoltato.