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Ultimi giorni di scuola: stanchezza e disturbi

Manca ormai poco alla fine della scuola, l’ultimo mese è spesso accompagnato dall’ ansia delle interrogazioni di recupero, preoccupazioni sulle medie dei voti e l’eventualità di debiti formativi. C’è sempre però, una costante, ovvero la stanchezza che con l’avvicinarsi della conclusione dell’anno scolastico sembra farsi sempre più forte. In questo periodo, infatti, si incrementano le distrazioni e cala notevolmente l’attenzione; è anche possibile osservare nei bambini con iperattività, una minore tolleranza alla frustrazione. Anche gli insegnanti faticano e in concomitanza di riunioni e colloqui di fine anno questo emerge; tanto da definire il quadro generale della classe come peggiorato o ingestibile.

Nella clinica, le richieste di aiuto incrementano proprio a seguito di colloqui o riunioni ed in particolar modo verso la fine dell’anno scolastico. In genere le domande che arrivano riguardano dubbi su possibili disturbi dell’attenzione, disturbi specifici dell’apprendimento a volte accompagnati da difficoltà comportamentali e da disturbi d’ansia scolastica.
La chiusura della scuola può sembrare un momento leggero, al contrario invece è pieno di criticità e difficoltà pratiche ed emotive.

E’ bene essere consci che la sola stanchezza può effettivamente contribuire a peggiorare le performance scolastiche specialmente in fasi evolutive ritenute critiche come la preadolescenza o l’adolescenza. Ad ogni modo, la possibilità che vi siano disturbi può essere presa in esame considerando l’intero anno scolastico e non una parte di esso. La fatica è una costante in bambini e ragazzi con disturbo dell’attenzione, anche relativa a piccoli compiti, come mantenere la concentrazione su un testo scritto o organizzare lo zaino per il giorno successivo.

Può capitare che questa frustrazione nel non riuscire ad ottenere buoni voti o giudizi sufficienti si trasformi in comportamento rabbioso dinanzi alla propria responsabilità scolastica oppure con un rifiuto sommesso nel portare avanti lo studio. Generando anche ansia e paura di giudizi negativi, di fallimento e delusione nei confronti dei genitori.

E’ bene controllare l’andamento a partire dall’inizio dell’anno, chiedendo, laddove sorgano dubbi o preoccupazioni, la possibilità di incontrare a colloquio gli insegnanti. Solo successivamente, sarà possibile prendere in considerazione l’intervento educativo.

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