Nel tempo degli “spazi ibridi”, “misti”, dove la realtà virtuale si integra e si incorpora con quella fisica e viceversa, dove il cyberspazio è diventato “luogo” di incontro e di scambio, genitori ed educatori non possono più rimanere inconsapevoli della portata di queste nuove esperienze date e vissute dai nostri ragazzi.
Dentro questa nuova realtà si insinua anche il bullismo. E con forza. Insulti, parole e linguaggi impropri, offensivi, diffamanti, esclusioni sociali e diffusione di informazioni private per denigrare, sono alcuni degli atteggiamenti messi in atto dai cyberbulli.
I nostri ragazzi, che trascorrono molto tempo sui social, sulle piattaforme digitali, fanno del virtuale la dimensione immaginifico-mentale entro cui esprimersi: essere raggiunti e offesi in questo “spazio”, ad un tempo intimo e pubblico, personale per l’esigenza di rappresentarsi, ma aperto per farsi riconoscere, apprezzare e amare, vuol dire sentirsi colpiti nella propria dignità.
Le conseguenze possono essere devastanti comportando forme di disagio psichico: ansia, depressione, disistima e isolamento sociale, che possono durare per anni dopo l’esperienza iniziale subita.
A sostegno e di concerto con le autorità di controllo, impegnate nello stanare contenuti pericolosi, occorre (continuare a) mettere in atto per i nostri ragazzi, giovani e giovanissimi, strategie finalizzate a renderli coscienti e consapevoli del potenziale comunicativo-espressivo, positivo e negativo, offerto dalla Rete e dalle tecnologie.
Siamo nelle condizioni di poterlo fare? Cosa vuol dire esserlo?
Occorrono formazione e strutture adeguate per permettere determinate strategie ed interventi educativi e di formazione.
Indaco, lo spazio che cura, con la sua Indaco Academy persegue anche questi obiettivi, nel quadro di un più ampio intervento educativo-terapeutico per l’età evolutiva.
Se desiderate approfondire la questione, sono a disposizione per parlarne e offrire specifici servizi rivolti ad educatori, genitori e docenti.