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Non rimanere solo davanti a uno schermo!

Bambini, adolescenti e uso dei dispositivi digitali: viviamo in un mondo in cui smartphone, tablet e computer sono diventati compagni quotidiani fin dalla prima infanzia. Usati con equilibrio, possono offrire opportunità di apprendimento, creatività e socialità. Ma dietro uno schermo si può anche rimanere soli. E non in un solo senso.

Quando diciamo “non rimanere solo davanti a uno schermo”, intendiamo due cose importanti. La prima è ovvia ma spesso sottovalutata: non lasciamo bambini e ragazzi da soli, senza la presenza o la guida di un adulto. La seconda, più sottile ma altrettanto essenziale: non riduciamo il tempo libero solo all’uso dei dispositivi digitali.

Un bambino lasciato da solo davanti a un tablet o a uno smartphone può accedere a contenuti inadeguati, vivere esperienze che non comprende, o semplicemente non avere nessuno con cui condividere ciò che sta vedendo. L’assenza dell’adulto non è solo una questione di controllo, ma anche di relazione: guardare insieme, commentare, porre domande e dare significato a ciò che si vede è fondamentale per una crescita sana.

L’adulto presente non è un censore, ma un mediatore. Non serve stare sempre lì con l’orologio in mano a contare i minuti: serve piuttosto esserci, interessarsi, creare uno spazio di dialogo.

L’altro significato di “solo” è più legato alle abitudini: quando il digitale diventa l’unica attività, il rischio è quello di trascurare il corpo, le emozioni, le relazioni vere. Giocare, correre, annoiarsi, leggere, inventare, sporcarsi… sono esperienze insostituibili.

La varietà è un valore educativo. Un tempo sano comprende momenti online e offline, solitudine e compagnia, silenzio e conversazione. Il digitale non deve sostituire tutto, ma diventare parte di un equilibrio.

Lo schermo non è il nemico. È uno strumento, e come tutti gli strumenti può essere utile o dannoso, a seconda di come lo si usa. Il vero pericolo è l’isolamento, quando i bambini e i ragazzi si ritrovano soli nel digitale: soli senza adulti, soli senza alternative, soli senza contesto.

Educare al digitale non vuol dire solo dire “quanto” tempo si può stare online, ma anche accompagnare, proporre, bilanciare, e soprattutto esserci.

Non lasciamoli soli. Né con lo schermo, né solo con lo schermo.

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