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Imparare a dire di no (quando necessario)

Assertivo? Allora sei “vincente”. Spesso sentiamo ripeterci questo pensiero quale riprova di un’affermazione personale e sociale o, talvolta, inconsapevolmente ne “respiriamo” l’influenza. In questo contesto “dire di no” appare difficile, si fa sinonimo di problematicità, disagio, impopolarità.

Lo confondiamo con l’idea di deludere gli altri. Cresciamo pensando che essere disponibili allora significhi dire sempre sì, anche quando dentro sentiamo il contrario. Il risultato è che si finisce per accettare richieste che ci pesano, rinunciando poco alla volta al nostro tempo e alle nostre energie.
Dire sempre sì, in questo modo, ha un costo. Ci stanca, ci irrita, ci allontana da noi stessi. Un sì forzato non è mai davvero generoso e, alla lunga, rischia di incrinare anche le relazioni. Al contrario, un no detto con sincerità è un atto di rispetto: chiarisce i confini e rende le relazioni più oneste.

È importante per la nostra salute psichica saper “porre dei confini”, non come chiusura agli altri, ma come capacità di sapersi cogliere in modo consapevole e accettarsi con adeguata autostima.
Imparare a dire no, inoltre, significa ascoltarsi prima di rispondere, concedersi il diritto di scegliere e accettare un po’ di disagio iniziale. Non serve giustificarsi troppo: un no semplice e gentile è sufficiente. Dire no a una richiesta non significa rifiutare una persona.
Ogni no consapevole apre spazio a un sì più autentico. Alle cose che contano davvero, alle relazioni equilibrate e a una vita vissuta con maggiore presenza e coerenza. Dire di no, quando necessario, è un modo per prendersi cura di sé.

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