Memoria di lavoro, inibizione, flessibilità cognitiva, pianificazione e autoregolazione: le funzioni esecutive sono il motore silenzioso dell’apprendimento; guidano attenzione, permettono di organizzare i compiti, controllare le emozioni e adattarsi alle richieste dell’ambiente.
Quando queste capacità sono forti, apprendere diventa più semplice e fluido; quando sono deboli, anche le attività più comuni possono diventare faticose.
Uno studente che segue una spiegazione, risolve un problema o prepara una verifica, mette continuamente in gioco queste abilità. Potenziarle significa aiutarlo a concentrarsi meglio, gestire il tempo, affrontare la complessità senza sentirsi sopraffatto e diventare più autonomo nel suo percorso.
Il rafforzamento delle funzioni esecutive può avvenire attraverso attività quotidiane semplici ma mirate. Giochi che stimolano la memoria, pratiche di calma e attenzione, compiti creativi che invitano a cambiare prospettiva, strumenti di organizzazione come planner o mappe concettuali, momenti di riflessione su ciò che si sta facendo: tutto questo contribuisce a rendere la mente più flessibile e il pensiero più ordinato.
Fondamentale è anche il ruolo dell’ambiente educativo. Un clima strutturato, accogliente e prevedibile aiuta gli studenti a sentirsi sicuri e a mettersi in gioco. Regole chiare, sostegno costante e compiti calibrati creano le condizioni per sperimentare, sbagliare, correggersi e crescere.
Talvolta occorre un intervento terapeutico mirato, per tornare a sviluppare queste potenzialità. Potenziando le funzioni esecutive, infatti, non si migliora soltanto il rendimento scolastico, ma si favorisce uno sviluppo più ampio: la capacità di gestire sé stessi, di affrontare nuove sfide e di trasformare le informazioni in conoscenza viva.

