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Ansia da vacanza: se l’estate non ti fa stare bene


Ogni felicità è innocente se non è un dovere.” Questa frase è di Albert Camus, celebre scrittore francese del Novecento, e possiede in modo fulmineo tutta la carica di una verità umana. La gratuità è uno spazio che non sarebbe tale se non fosse spontaneo, inatteso e perciò sorprendente e portatore di gioia. La felicità è gratuità e sta dentro il gioco di un disinteresse che è liberante e non costringe.

L’estate è spesso presentata come il momento della spensieratezza, del relax e della felicità. Ma non per tutti è così. Per alcune persone, le vacanze possono portare con sé un senso di disagio, malinconia o perfino ansia. È quello che viene chiamato, non a caso, “ansia da vacanza”.

Può succedere che il cambiamento delle abitudini, l’assenza di impegni, il confronto con gli altri o la pressione di “dover stare bene a tutti i costi”, il “dovere della felicità”, facciano emergere emozioni difficili. A volte, proprio il tempo libero che dovrebbe rigenerare, lascia spazio a un vuoto interiore difficile da gestire.
Se ti è capitato di sentirti così, sappi che non sei solo. Accogliere ciò che provi, darti il permesso di non essere felice per forza, trovare piccoli gesti di cura e, se serve, chiedere aiuto, può fare la differenza!

Siamo umani. E anche questo è prendersi cura di sé. Anche questo è vacanza. Diffidiamo di scenari fantasmagorici, colorati, meglio, “verniciati”. Permettiamoci di trattarci con leggerezza; quella giusta, che ci innalza e ci evita ansie inutili.

 

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